CESPOC
Centro Studi sulla Popular Culture

Con il contributo dell'Assessorato dei Beni
Culturali ed Ambientali e della Pubblica
Istruzione della Regione Siciliana

Dai Beati Paoli al Codice da Vinci: il mito del complotto nel feuilleton

Introduzione

copertinaIl CESPOC (Centro Studi sulla Popular Culture) comprende studiosi, docenti, ricercatori ed altre persone interessate a titolo scientifico e culturale allo studio della popular culture, sulla cui definizione si tornerà più oltre in questo testo. Il campo di indagini e lo scopo del CESPOC comprendono la raccolta di materiali e documenti e lo studio della popular culture attraverso la selezione, in un campo per definizione sterminato, di specifiche aree e progetti di ricerca. Il successo del Codice da Vinci e il perdurare del dibattito intorno a I Beati Paoli hanno suggerito il progetto - realizzato con il generoso contributo dell'Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana - di una mostra sul mito del complotto nella letteratura popolare, con particolare riguardo al feuilleton e ai fascicoli popolari. La speciale attenzione rivolta a questi ultimi si inquadra nella costruzione di un primo nucleo di un Museo virtuale del fascicolo popolare, genere che ha contato fra la fine del XIX e la metà del XX secolo diverse centinaia di milioni di lettori (una sola casa editrice canadese, Police-Journal, ha venduto come vedremo settantacinque milioni di fascicoli) prima di essere soppiantata dal successo del fumetto (e della televisione), e che costituisce una parte essenziale della popular culture che è oggi diventato imperativo riscoprire e preservare… prima che sia troppo tardi. Infatti i fascicoli popolari erano tipicamente stampati, per garantirne il basso costo, su carta di non eccelsa qualità, così che il trasporto rischia di danneggiarli irrimediabilmente. Mostre ed esposizioni sono dunque - come del resto sta avvenendo negli Stati Uniti per i fumetti dei primordi - ormai quasi sempre virtuali, anche se i primi tentativi sono stati di portata limitata. Rispetto per esempio al progetto del sistema nazionale canadese Bibliothèque et Archives, realizzato con la mostra virtuale  Des Histoires à Bon Marché ! Les romans en fascicules de 1940 à 1952, non pensiamo di essere immodesti affermando che il progetto che il CESPOC sta realizzando con il sostegno della Regione Siciliana è di ben altra ampiezza e ambizione, e non solo in assoluto ma con riferimento anche alla specifica area dei fascicoli canadesi.

Anche le mostre e i musei virtuali dei fascicoli popolari pongono peraltro dei problemi. La stessa scannerizzazione o fotografia con eccessiva esposizione alla luce pone problemi da tempo studiato ma che comportano a loro volta gravi rischi di danno. Considerando l'importanza essenziale delle copertine per il successo del fascicolo popolare, si è quindi scelta la strada di una scannerizzazione a media illuminazione. Le imperfezioni del risultato faranno forse parte del fascino della mostra, e del costituendo Museo. La mostra offre uno scorcio non piccolo (oltre duemila pezzi in esposizione) del mondo del fascicolo - e oltre - ma si incentra su un tema specifico, quello del mito del complotto.