CESPOC
Centro Studi sulla Popular Culture

Con il contributo dell'Assessorato dei Beni
Culturali ed Ambientali e della Pubblica
Istruzione della Regione Siciliana

Dai Beati Paoli al Codice da Vinci: il mito del complotto nel feuilleton

Complotto ed esoterismo

copertinaUn secondo genere è quello che fa riferimento più diretto al gusto per l'esoterismo e l'occultismo. I due punti di riferimento principali sono Sâr Dubnotal e Fascinax. Entrambi si inquadrano nell'interesse per le società esoteriche tipico dei primi anni del XX secolo, in cui si diffondono in Europa in particolare numerose società che fanno riferimento al mito dei Rosacroce. La serie Sâr Dubnotal ci presenta appunto un dottore allevato nella tradizione rosacrociana - ma che ha poi appreso anche i segreti degli yogi indiani - che risolve i misteri grazie alla levitazione e all'ipnotismo. Non è chiaro se la Eichler abbia fatto produrre la serie in Germania, dove esce qualche mese prima che in Francia, o - come altri sostengono - in Francia da Norbert Sevestre (1879-1945?). Il titolo di Sâr era stato rivendicato da Joséphin Péladan (1859-1918), coinvolto nelle controversie fra i vari ordini rosacrociani francesi e personaggio così colorito da potere avere ispirato la serie, la cui data di pubblicazione coincide con le sue attività pubbliche, ma che non ha - nonostante la più che discreta qualità - un grande successo.

Come Sâr Dubnotal, Fascinax rappresenta l'incontro fra il fascicolo popolare poliziesco e l'interesse per l'occulto e le religioni orientali nella Parigi fra le due guerre mondiali, dove operano non solo le società intitolate ai Rosacroce ma anche quelle ispirate all'incontro, inizialmente propugnato dalla Società Teosofica, fra Oriente e Occidente. Non si conosce l'autore di Fascinax, anche se c'è chi lo attribuisce a Gustave Le Rouge (1867-1938), prolifico autore di romanzi e fascicoli popolari e creatore del Dottor Cornelius, un altro personaggio al centro di un "grande complotto". A favore dell'attribuzione a Le Rouge gioca la qualità della scrittura, decisamente migliore rispetto a numerosi testi coevi.

Fascinax è un medico inglese, il dottor George Leicester, che nelle Filippine salva lo yogi Nadir Kritchna, condannato a morte per un crimine che non ha commesso e vittima della perfidia del genio del male e ipnotizzatore Numa Pergyll. Riconoscente, Nadir conduce Leicester nella giungla, dove attraverso un complesso rituale di iniziazione gli conferisce misteriosi poteri: non solo l'ipnotismo ma anche la capacità di essere avvertito di eventi e pericoli futuri tramite segni che appaiono sul suo corpo. Da allora e per ventidue fascicoli George Leicester, divenuto Fascinax, combatte il perfido Numa Pergyll in un caleidoscopio di avventure che contemplano una falsa invasione di marziani e l'apparizione di altri villain che perseguono disegni autonomi, come la Regina delle Sirene e lo gnomo Croquignolle. Fascinax si sposta a bordo del Fascine, una vettura che può trasformarsi in aeroplano, ed è amico del rajah di Bhanat-Chindra, che gli dona la Pietra della Fortuna, uno smeraldo gigantesco capace di appannarsi quando è in vista un pericolo. Alla fine della serie, Pergyll muore e Fascinax sposa Hadaly, la figlia del rajah e la "bella in pericolo" della serie, da lui strappata al potere ipnotico dell'avversario.

L'interesse per l'ipnotismo è tipico del mondo delle società iniziatiche, e naturalmente era già entrato nella letteratura popolare. Il mesmerismo o ipnotismo come moderna stregoneria capace di ridurre totalmente una persona in potere dell'ipnotizzatore è un topos letterario comune nell'Ottocento, la cui più famosa incarnazione si manifesta nel 1894 nel personaggio di Svengali (un mesmerista tedesco ebreo, da cui un certo tono antisemita del testo), il diabolico ipnotista del romanzo Trilby, con cui nasce (tre anni prima di Dracula, cui l'etichetta sarà applicata) il fenomeno moderno del best seller, scritto e illustrato dal caricaturista e romanziere di origine francese trapiantato a Londra George Louis Palmella Busson Du Maurier ("George Du Maurier", 1834-1896), e portato ripetutamente sullo schermo nel XX secolo. Svengali riesce, tramite il mesmerismo, a trasformare una ragazza assolutamente stonata nella più grande cantante lirica di tutti i tempi, nello stesso tempo soggiogandola completamente sul piano morale e sessuale, e determinandone ultimamente la morte. Più tardi ancora, i lettori di fumetti si persuaderanno che l'ipnotismo è letteralmente onnipotente seguendo le avventure del mago Mandrake, un eroe positivo questa volta, creato nel 1934 da Lee Falk (1911-1999). Per gli appassionati di fascicoli, Fascinax - tradotto due volte in italiano dall'editore Nerbini, in una prima edizione molto rara del 1924 come Affascinatore. La realtà romanzesca e in una seconda del 1949 come Fascinax. L'uomo dagli occhi magnetici - anticipa Mandrake e in un certo modo ne prepara il successo, convincendo gli appassionati di letteratura popolare dell'onnipotenza dell'ipnotismo. Le copertine dell'edizione francese sono del famoso illustratore della prima serie di Fantômas, il napoletano trasferito in Francia Gino Starace (1859-1950), e della sua equipe, che comprendeva il figlio Joseph Jean detto Jan (1888-1944).

L'esoterismo non è certo periferico al mondo dei fascicoli, e anzi emerge con prepotenza anche nella serie forse più importante in assoluto. La più famosa casa editrice di dime novel, la Street & Smith, è fondata nel 1855 a New York. È a questa casa editrice che si deve la nascita del personaggio principale (anche se non il primo) dei fascicoli, il re dei detective privati Nick Carter, creato sulle pagine del New York Weekly nel 1886 da John R. Coryell (1848-1924), il quale tuttavia non scrive che poche storie, lasciando lo sviluppo del personaggio a Frederic Van Rensselaer Dey (1861-1922) che, prima di morire suicida, ne crea le avventure più famose, non senza che una buona trentina di altri autori collaborino alla redazione degli oltre mille episodi del Nick Carter della Street & Smith (da distinguere, a sua volta, dalle successive incarnazioni, fra cui spiccano la serie Killmaster degli anni 1960-1980, dove Nick Carter è un agente segreto, e quella umoristica articolata in fumetti TV, albi per bambini e fumetti veri e propri creata in Italia da Bonvi, Guido Bonvicini, 1941-1995).

La licenza della Street & Smith alla casa editrice tedesca Eichler (che ha filiali in tutta Europa) per Nick Carter lancia alla fine del primo decennio del XX secolo la moda dei fascicoli in Europa, con un successo fenomenale. Chi conosce il Nick Carter di Dey conosce Dazaar, il più memorabile villain creato dall'autore americano insieme al Dottor Quartz. Tuttavia quasi tutti i commentatori europei della saga di Dazaar non si sono resi conto che la versione che conoscono non è quella originale ma è stata ampiamente rimaneggiata da Jean Petithuguenin (1878-1939), un autore che ha molto lavorato per Eichler tra l'altro "traducendo" in francese i Nick Carter degli anni d'oro, e adattando e ampliando per l'edizione francese le storie di Ethel King, "la Nick Carter al femminile" (il cui nome era ispirato alla moglie di Nick Carter nella serie americana, Ethel), originariamente create dagli autori rimasti in gran parte anonimi dell'infaticabile officina tedesca del gruppo Eichler. La versione italiana del ciclo di Dazaar è quella di Petithuguenin, e tutta dell'autore francese è l'intricata vicenda romantica che anche Franco Cristofori e Alberto Menarini nel loro ammirevole Eroi del racconto popolare. Prima del fumetto (Cristofori e Menarini 1986) – anche i migliori sbagliano – considerano invece tipica dello stile di Dey. In verità Petithuguenin, appassionato di storie d'amore, ha offuscato la linearità della vicenda di Dazaar senza peraltro mettere in secondo piano l'aspetto esoterico, che rimane prevalente anche se acquista nella versione francese sfumature diverse.

Il retroterra culturale della storia è difficile da capire se non si considera l'enorme impatto suscitato dalle attività della già citata Madame Helena Blavatsky, fondatrice della Società Teosofica, negli anni 1880 sia a New York (dove nascono le storie di Nick Carter) sia a Parigi (dove Petithuguenin le rimaneggia per Eichler). Benché oggi il pensiero di Madame Blavatsky sia apprezzato nella sua influenza sulla cultura europea e americana e oggetto di studi accademici, non è così – come ha mostrato James Santucci – che lo percepisce la stampa popolare (Santucci 1999). Le origini nella cultura spiritista (che nell'itinerario della Società Teosofica è peraltro presto superata e criticata), le accuse di manovre truffaldine, lo stesso riferimento a Maestri ascesi, uomini tanto perfetti da avere completato il ciclo delle reincarnazioni e che rimangono nel mondo, vecchi di centinaia di anni, riuniti in una misteriosa Loggia in Tibet, sono facilmente confusi nei tabloid con l'occultismo e perfino con il satanismo. Le storie a sensazione della stampa popolare su Madame Blavatsky erano certamente ancora vive e presenti nella memoria dei cittadini di New York quando Dey inizia a scrivere le storie di Nick Carter. I "tibetani", ben lungi dal suscitare l'ammirazione di cui oggi sono oggetto (ma solo dopo l'invasione cinese, che ha suscitato un moto di simpatia per il Tibet oppresso, le attività internazionali dell'attuale Dalai Lama e l'opera di due generazioni di studiosi), sono il prototipo di un "paganesimo" primitivo se non satanico. Gli stessi studiosi di buddhismo della fine dell'Ottocento considerano il "lamaismo" tibetano un buddhismo inferiore e intriso di oscure pratiche magiche (cfr. Lopez 1999). In Francia la Società Teosofica e la stessa presenza di Madame Blavatsky, dopo un'iniziale reazione di simpatia, spaccano il milieu esoterico, dove – se una parte minoritaria segue le impostazioni orientaleggianti dei Teosofi – altri manifestano sempre di più un'insofferenza verso i riferimenti buddhisti e "tibetani" e un atteggiamento che qualcuno chiama un'autentica haine vers l'Orient. La maggioranza degli ordini intitolati ai Rosacroce – peraltro divisi in Francia da complessi scismi – prendono una posizione decisamente anti-teosofica. Quanto ai riflessi sulla letteratura popolare, possiamo utilmente paragonare la simpatia con cui guardano ai Rosacroce i fascicoli di Sâr Dubnotal (discussi altrove in questa sede, e in effetti densi di riferimenti all'ambiente rosacrociano parigino dell'epoca) e i toni del tutto negativi e, se possibile, ancor più carichi rispetto all'originale americano con cui Petithuguenin – scrivendo solo un anno prima della pubblicazione della serie di Dubnotal – dipinge i "satanisti" tibetani e una mitologia che è chiaramente ispirata a quella della Società Teosofica, che pure non viene nominata.

La saga di Dazaar inizia il 13 febbraio 1904 nel fascicolo 372 dello storico New Nick Carter Weekly, quando uno sconosciuto apparentemente dotato di un'abilità sovrumana e di poteri misteriosi annuncia a Nick Carter che intende ucciderlo. Tutti coloro che sono collegati al misterioso assassino finiscono a loro volta uccisi. La storia inizia a chiarirsi nel capitolo successivo quando alla porta di Nick Carter bussa una donna bellissima che si auto-definisce "una strega", Irma Plavatsky (si noti l'assonanza con il cognome Blavatsky). Nick Carter la riconosce per la straordinaria somiglianza con Olga, la regina dei Nichilisti russi, che in un ciclo precedente lo aveva combattuto ma che alla fine gli aveva salvato la vita sacrificando la sua (apprenderemo in seguito che Irma è la cugina di Olga). Irma Plavatsky racconta a Carter una stranissima storia secondo cui in lei convivono due anime: la sua, pura e nobile, e quella del mago Dazaar che si impadronisce di lei per periodi più o meno lunghi e la possiede totalmente trasformandola in una creatura dedita al male. Inizialmente scettico, Nick Carter finisce per convincersi che c'è qualcosa di vero e per trovarsi di fronte a Dazaar, che non solo cattura e tortura il suo aiutante Patsy ma gli rivela di potere incarnarsi a piacimento in sette diversi personaggi così che arrestare uno di loro – come la polizia di New York farà ripetutamente, con l'aiuto del detective – serve sostanzialmente a poco. Sempre vicino a essere ucciso da Dazaar, Nick Carter è ripetutamente salvato dal suo nuovo abilissimo aiutante giapponese, Ten-Ichi, il quale gli rivela che Dazaar, un maestro tibetano vecchio di migliaia di anni. Già membro della Grande Loggia del Tibet, controlla tutta la rete internazione del satanismo che mira – arruolando esponenti dell'industria e della finanza – a conquistare il mondo, una rete in cui si è infiltrato e dove è stato iniziato in Giappone (per il lettore italiano abituato alle satire di Bonvi va precisato che Patsy e Ten-Ichi non sono nella versione di Dey personaggi caricaturali, ma protagonisti di vicende drammatiche e abili quasi quanto lo stesso Nick Carter). Dopo numerose peripezie, che lo porteranno a sua volta a infiltrare gli Adoratori del Diavolo di New York (scoprendo che i più vecchi e pericolosi sono tutti tibetani), Nick Carter scopre che la storia di Irma Plavatsky era falsa: era lei "l'ultima dei Sette", la vera incarnazione di Dazaar che controllava ipnoticamente gli altri sei accoliti. Anche la terribile Irma ha apparentemente una debolezza: si è innamorata di un suo discepolo e, quando scopre che è stato ucciso, sembra perdere la voglia di vivere e si lascia catturare dal detective. Gli rende anche la sua confessione. Dazaar è in effetti un vecchio mago tibetano, e il segreto della sua immortalità sta nella capacità, quando sopraggiunge la vecchiaia, di trasferire la propria anima in quella di una persona più giovane preparata fin dalla nascita alla bisogna (si tratta di quella "magia avatarica" attuata tramite "sostituzioni di anime fatte magicamente" di cui parla in quegli anni l'esoterista italiano Giuliano Kremmerz, 1861-1930). Dazaar ha però commesso un errore, contro cui i confratelli della Loggia tibetana l'avevano messa in guardia. Stanca di trasferire la sua anima da un corpo maschile a un altro ha voluto – contro tutta la tradizione dei Maestri tibetani – preparare per accogliere la sua anima una donna, Irma Plavatsky (e qui il riferimento alle relazioni fra Madame Blavatsky e i Maestri diventa trasparente). Ma così Dazaar ha acquistato anche tutte le debolezze delle donne, compresa l'inclinazione ad amare. Assicurata alla giustizia, Irma è condannata alla sedia elettrica, ma muore in carcere prima dell'esecuzione, non prima di avere assicurato a Nick Carter che si vendicherà sulla moglie del detective, Ethel.

La profezia si avvera nel fascicolo 384 del New Nick Carter Weekly, che a rigore non fa parte del ciclo, ma dove Nick Carter, tornato da un viaggio, scopre che Ethel è stata assassinata. Scopre il colpevole, un malavitoso, il quale però afferma che è stato pagato da Dazaar. Quest'ultima, se è Irma Plavatsky, dovrebbe essere morta e sepolta, ma nel fascicolo 394 del 16 luglio 1904 – che inaugura la seconda parte della saga di Dazaar – Buck Granger, il servitore e confidente di un uomo a suo tempo ucciso da Dazaar, torna a New York dall'Ovest per riferire a Nick Carter che Irma è viva e vegeta e se ne sta tranquillamente in un albergo di lusso di Manhattan. Anche stavolta Nick deve superare un'iniziale ritrosia a credere l'incredibile per scoprire che Irma non è morta, ma ha assunto una sostanza tibetana che la ha posta in uno stato simile alla morte tale da ingannare anche il medico più esperto (un espediente che ritornerà all'infinito nei fascicoli e nei fumetti), dopo avere preso il controllo ipnotico dello stesso Buck Granger, che la ha tirata fuori dalla tomba nel momento in cui si è risvegliata. Buck rivela anche a Nick Carter che il vero oggetto dell'amore di Dazaar nella sua incarnazione femminile di Irma Plavatsky è lo stesso detective, e Irma è tornata dai morti con uno scopo: fare innamorare Nick di lei, o ucciderlo – e uccidersi – se non ci riuscirà. Irma pertanto s'infuria quando scopre che, benché da poco vedovo di Ethel, il detective ha un'affettuosa amicizia con la bellissima vicina di casa Cora Tempest, che non esclude neppure di sposare. Rapisce dunque Cora e costringe Nick a un patto scellerato che prevede un matrimonio con Irma in una cerimonia satanista. Nick, tuttavia, è un mago del travestimento, e non è il solo in famiglia. Si "scambia" così con il figlio adottivo ("cugino" in alcuni fascicoli europei) e collaboratore Chick Carter, così che Irma Plavatsky/Dazaar sposa in realtà Chick mentre Nick Carter appare e cattura la maggior parte dei satanisti. Ma non Dazaar, che rapisce Chick e lo conduce nel Palazzo dei Vampiri, dove si svolge l'ultima battaglia. Prossima a essere catturata, Irma Plavatsky si uccide, stavolta per davvero e non perché i suoi poteri non le permetterebbero di fuggire. La natura femminile ha preso il sopravvento sulla malizia del vecchio mago tibetano e che Irma si toglie la vita per amore: e per evitare di nuocere ulteriormente a Nick Carter. Mentre dirige la rivoltella contro se stessa dice al detective: "È per liberarti per sempre dal peggiore nemico che tu abbia mai avuto" (Dey 1904, 28).

Ancora una volta, questa storia è diversa da quella nota al lettore italiano, dove Irma Plavatsky è presentata come una "fidanzata" di Nick Carter morta giovanissima a Parigi dopo una breve stagione di felicità con il detective e sepolta nel più romantico dei cimiteri, il Père Lachaise, cinque anni prima degli eventi che coinvolgono Dazaar. Lo shock di Nick quando Irma gli si presenta davanti è dunque ben più forte di quello che, nell'originale americano, deriva dalla semplice rassomiglianza con la regina dei Nichilisti Olga. E l'intreccio romantico spiega perché il detective voglia credere alla favola delle due Irma, quella vera – scampata alla tomba in un caso di morte apparente – e quella posseduta da Dazaar, che in realtà è andato a recuperare il suo corpo nella tomba parigina per confondere e turbare Nick Carter. La moglie di Nick, Ethel, è assente dalla storia di Petithuguenin, e i fascicoli francesi passano immediatamente dal primo al secondo ciclo di Dazaar senza soluzione di continuità (mentre nell'originale americano fra la prima e la seconda apparizione di Dazaar si interpongono sedici fascicoli, tra cui quello dove muore Ethel). Così come è assente la bella vicina di casa Cora Tempest, surrogata come vittima del rapimento di Dazaar da Ida Jones, presentata come cugina di Nick Carter (mentre non lo è negli originali americani, dove è una delle sue assistenti, particolarmente abile). Il "puro amore" di Nick Carter per Ida – che non ha alcuna componente romantica, ma è solo affezione familiare e amicizia – lo spinge al patto con Dazaar, una vicenda assai meno credibile rispetto a quella dell'originale americano dove Dazaar ha effettivamente rapito una donna da cui Nick si sente attratto come Cora (tra l'altro, nella versione americana la bellezza di Cora è "quasi superiore" a quella inarrivabile e magica di Irma Plavatsky, il che contribuisce a spiegare molte cose). E, alla fine di vicende in cui i "negri tibetani" sono trattati con notevole razzismo parigino della Belle Epoque, Dazaar non si uccide con una rivoltella come nel racconto originale di Dey ma cade morta chiamata dalla sua Loggia tibetana cui ha cercato di ribellarsi scegliendo un corpo femminile: "Sì, sì!... obbedisco!... vengo!... Il tempo è trascorso. Tutto è perduto. Non ho risolto… il supremo enigma!... Perduto… perduto!...tutto… tutto è stato vano…Ah!..." (Dey [adattamento J. Petithuguenin] 1923, 16).

Petithuguenin dunque pasticcia notevolmente la vicenda romantica, ma in compenso prende una posizione assai più netta sul tema delicato dell'esoterismo. Alla fine, la haine vers l'Orient si manifesta in un finale moralistico: i "negri tibetani" non riescono, nonostante tutte le loro magie, a risolvere "il supremo enigma" che è – come aveva proclamato contro la Teosofia un esoteristi francese in cui ci siamo già imbattuti, quel Sâr Joséphin Péladan, fondatore dell'Ordine della Rosa+Croce Cattolico del Tempio e del Graal, che è il modello del personaggio dei fascicoli Sâr Dubnotal – il mistero della Donna, dell'Eterno Femminino e ultimamente dell'amore, parte di un primato dell'Occidente precluso agli orientali e agli entusiasti dell'Oriente alla Madame Blavatsky. Certo, la fondatrice della Teosofia aveva tratti mascolini e si presentava volentieri come reincarnazione di personaggi maschili, fra cui Teofrasto Paracelso (1493-1541): in compenso, non era certo bella come Irma Plavatsky, ma la licenza poetica vuole la sua parte…

Vale la pena anche di ricordare come l'esoterismo, in una terza serie francese (dove però la qualità comincia a decadere) si intrecci con un altro tema fondamentale quando si parla di complotti: il "pericolo giallo". È un tema che si fa abitualmente risalire al personaggio del dottor Fu Manchu di Sax Rohmer (pseudonimo di Arthur Henry Ward, 1886-1959). In realtà prima che se ne occupi l'inglese Rohmer, l'idea del "pericolo giallo" nasce negli Stati Uniti, in una popular culture che vede i lettori preoccupati dalla massiccia immigrazione cinese. Il primo cinese (o mongolo, dal momento che l'autore passa piuttosto liberamente dall'attribuirgli l'una all'altra nazionalità) è Kiang Ho, un supercriminale che ha studiato a Harvard e che è sconfitto e ucciso da Tom Edison, Jr., eroe di una delle innumerevoli serie di fascicoli della casa editrice newyorchese Street & Smith in un numero del 1892 della Nugget Library intitolato Tom Edison Jr.'s Electric Sea Spider, or, The Wizard of the Submarine World. Da allora il tema diventa comune anche in Inghilterra, con l'espressione stessa "pericolo giallo" che viene dal titolo di un romanzo del prolifico Matthew Phipps Shiel (1865-1947): The Yellow Danger (Shiel 1898), il cui villain è un certo dottor Yen How. Non vi è dubbio, tuttavia, che il tema del "pericolo giallo" - che ricorre un po' dovunque, così che tutti gli eroi della popular culture fino alla Seconda guerra mondiale e oltre finiscono per affrontare almeno un "cattivo molto cattivo" cinese o giapponese - debba la sua fama al dottor Fu Manchu.

Il personaggio di Paó Tcheôù può essere definito un suo "cugino" nato alla fine dell'epoca d'oro del fascicolo popolare francese. Paó Tcheôù, il "Maestro dell'Invisibile" è un misterioso orientale che cerca di dominare il mondo servendosi di armi avveniristiche e viaggiando perfino su Marte. Due eroi, Lapertot (Cropertot nella seconda serie) e il dottor Faustulus, gli impediscono di prevalere nelle sue nefande imprese. Non si conosce il nome del creatore di Pao Tcheou: Edward Brooker, che ne firma la prima avventura in fascicolo nel 1945, è probabilmente uno pseudonimo, e l'archivio della Bibliothèque Nationale di Parigi non ne riporta le date di nascita e di morte. Peraltro, al momento di creare Paó Tcheôù, Brooker non è un autore alle prime armi: ha già scritto una ventina di romanzi, polizieschi e di avventure. Dal momento che un Albert Laisné si presenta come "traduttore" di tre romanzi firmati "Edward Brooker"… che però non esistono in lingue diverse dal francese, è possibile che Albert Laisné sia il vero nome di Edward Brooker. Ma anche su Laisné non esistono - alla Bibliothèque Nazionale o altrove - dati biografici. Al fascicolo popolare, oltre alla sua più famosa creazione Paó Tcheôù, Brooker consegnerà Mister Nobody, l'homme au masque de satin, gentleman cambrioleur (12 fascicoli fra il 1946 e il 1947 presso la stessa casa editrice di Paó Tcheôù, Les Éditions et Revues Françaises, una serie ispirata già nel titolo a Arsène Lupin); Captain Chester Buxton du Special Squad, le fameux détective américain, negli stessi anni e per la stessa casa editrice; e infine 078-Service Secret negli anni 1950 per la Société d'Éditions Générales, la stessa che pubblica la seconda serie di Paó Tcheôù. Meno ancora si sa di "Sam P. Norwood", probabilmente un altro pseudonimo, che continua la serie di Paó Tcheôù a partire dalla metà del 1955.